2016-1991=25

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Oggi è una giornata fredda e ventosa.

Il sole di ottobre cerca di scaldare le foglie e le mani, appena tremolanti.

Di solito il dieci ottobre piove. O c’è nebbia. Invece oggi il cielo ha solo qualche velatura.

E’ così anche per me.

E’ passato il tempo delle lacrime, il tempo del dolore sordo e cattivo che inquina il presente. La rabbia e il senso di ingiustizia.

Rimane una quieta nostalgia. Un filo di tristezza a volte più spesso, a volte più esile.

Si dice che il tempo curi ogni ferita. E’ il semplice sovrapporsi degli anni a sbiadire i sentimenti? O il merito è di chi resta, di quello che resta. Di chi arriva.

E’ passato il tempo delle lacrime. Vorrei lo fosse. Ma finché c’è il ricordo di un amore così grande, reso perfetto e indelebile da una chiusura netta e irrevocabile, il dolore saprà sempre trovare la sua strada, chiudere la gola e arrossare gli occhi. Un momento e poi verrà deglutito, riassorbito in una giornata simile alle altre.

Oggi splende il sole. Vorrei piovesse.

10 thoughts on “2016-1991=25

  1. Forse più che sbiadirsi, i sentimenti possono diventare più dolci. Chi c’è stato ha costruito un pezzo della nostra strada e allora guardare indietro vuol dire anche vedere come siamo arrivati fino a qui. Tutti i rovi e le pietre e tutti i fiori e gli alberi che hanno reso il sentiero quello che è. Vivere nel presente, sapendo che stiamo continuando qualcosa che è iniziato tempo fa, e che quella parte non è perduta, è in tutto quello che siamo e che facciamo e che sentiamo.

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